Addormentarsi "a comando" è segno di un buon sonno?
Oggi sfatiamo il mito che chi si addormenta facilmente di giorno goda di un ottimo sonno.
Quante volte sentiamo dire: beato tizio che si addormenta dappertutto! Oppure quanto invidio caio che appena si siede si addormenta!
Ma siamo sicuri che addormentarsi con estrema facilità durante la giornata sia indice di salute e di un buon ritmo sonno-veglia?
Fisiologicamente il nostro ritmo sonno-veglia è costituito da orari in cui la propensione al sonno aumenta ed è facile addormentarsi, i cosiddetti cancelli del sonno, e orari in cui al contrario addormentarsi è quasi impossibile e la vigilanza è al massimo livello, le cosiddette zone proibite del sonno.
I "cancelli del sonno" sono due: uno principale serale-notturno, che ci consente di avviare il sonno notturno, e uno secondario nel primo pomeriggio che giustifica la propensione alla pennichella postprandiale. Le zone proibitecorrispondono alla mattina e al tardo pomeriggio-sera e sono caratterizzate dai massimi livelli di vigilanza e attenzione e quindi alle ore di maggiore rendimento scolastico e lavorativo.
L'alternanza di cancelli del sonno e zone proibite come descritte sopra scandisce l'andamento del ritmo sonno-vegliafisiologico, cioè normale.
Quindi è intuitivo che avere addormentamenti diurni in situazioni più o meno monotone quali lettura, scrittura, lavoro al PC, e nei casi più eclatanti in situazioni pubbliche o durante la conversazione o peggio alla guida o durante l'esecuzione di attività lavorative impegnative, è indice di un'alterazione della normale alternanza della sonnolenza e della vigilanza delle 24 ore ed è quindi indice di un disturbo che deve essere valutato.
Come si può valutare la sonnolenza diurna?

La sonnolenza diurna può essere misurata attraverso questionari che quindi ne offrono una valutazione soggettiva o, in casi selezionati, attraverso esami strumentali specifici. Il questionario più frequentemente usato nella pratica clinica per la valutazione soggettiva della sonnolenza diurna è la Epworth Sleepiness Scale. Si tratta di un questionario autosomministrato (cioè che può essere effettuato direttamente dall'interessato) in cui si deve indicare con quale probabilità ci si addormenta/appisola in 8 situazioni elencate, attribuendo un punteggio da 0 a 3 (0- non mi addormento mai; 1- ho qualche probabilità di addormentarmi; 2- ho una discreta probabilità di addormentarmi; 3- ho un'alta probabilità di addormentarmi). Alla fine si fa la somma e si ottiene un punteggio compreso tra 0 e 24. Se il risultato è uguale o superiore a 10 è indicativo di eccessiva sonnolenza diurna (EDS-excessive daytime sleepiness), meritevole di essere indagata ulteriormente, in quanto può avere conseguenze importanti tra cui incidenti alla guida e sul lavoro.
Quali sono le cause di una eccessiva sonnolenza diurna?
Dietro una condizione di EDS ci possono essere varie condizioni patologiche tra cui disturbi del sonno, patologie internistiche, neurologiche o psichiatriche. Anche alcuni farmaci possono avere come effetto collaterale l'eccessiva sonnolenza diurna. Inoltre, molto più frequentemente di quanto si pensi l'EDS può essere la conseguenza di una cronica deprivazione di sonno notturno legata ad una scorretta igiene del sonno. In qualsiasi caso, l'eccessiva sonnolenza diurna DEVE essere approfondita, in modo da trovare la causa e porvi rimedio.
Attenzione a non confondere l'EDS con la stanchezza e la fatica fisiche che possono essere frequentemente associate, ma non si associano ad una maggiore propensione all'addormentamento.
Riferimenti bibliografici
Johns MW. A new method for measuring daytime sleepiness: the Epworth sleepiness scale. Sleep. 1991;14:540-5. PubMed ID: 1798888