Il sonno in età evolutiva

Il sonno presenta modificazioni sostanziali nel corso di tutta la vita e in particolare durante l'età evolutiva, a partire dalla nascita fino all'adolescenza, periodo nel quale svolge un ruolo fondamentale per lo sviluppo del cervello, per la memorizzazione e la costruzione dei ricordi, per la crescita (nel sonno aumenta la produzione del GH-l'ormone della crescita), per la modulazione del sistema immunitario, per l'accumulo di energia.
Conoscere il sonno fisiologico nell'età evolutiva permette di identificare eventuali problemi da affrontare il più precocemente possibile. Infatti quando un bambino dorme male, diventa insonne tutta la famiglia, la mamma in primis. vai alla pagina Instagram
Il sonno nel primo anno
Nei primi 3-4 mesi di vita il bambino presenta un ritmo sonno-veglia indipendente dall'esterno, ma regolato dai bisogni endogeni quali la fame e la sazietà e ha una durata di circa 25 ore.
Il sonno nel primo anno di vita occupa più del 50% del tempo del bambino con variabilità interindividuale e spesso anche nello stesso bambino.
Il neonato nelle prime 4 settimane di vita, cioè nel periodo in cui inizia ad adattarsi all'ambiente esterno, presenta comportamenti di veglia e sonno analogi a quelli dell'ultimo periodo di vita intrauterina. Presenta dei brevi cicli sonno-veglia di circa 1-3 ore che costituiscono un ciclo sonno-veglia polifasico costituito perlopiù da sonno (dorme circa 16-20 ore), totalmente slegato dalle influenze dell'ambiente esterno.
Il lattante nei primi 2-3 mesi di vita presenta ancora un ciclo sonno-veglia polifasico, caratterizzato da periodi di sonno di circa 2-3 ore alternati a periodi di veglia più brevi (circa 1 ora) durante i quali mangia, senza distinzione tra il giorno e la notte.
Questo succede perché la produzione circadiana (nelle 24 ore) della Melatonina (l'ormone che favorisce l'addormentamento) e del Cortisolo (ormone che al contrario permette il mantenimento della vigilanza) inizia dopo il terzo mese di vita. Ciò significa che per il primo mese il neonato ha un ritmo sonno-veglia sostanzialmente indipendente dall'ambiente. Infatti, solo dopo i 3-4 mesi i bambini iniziano a sincronizzare i propri ritmi biologici con i cambiamenti ambientali (es luce-buio) e quindi a presentare di notte periodi di sonno via via più lunghi alternati a periodi di veglia via via più brevi, mentre durante le ore diurne iniziano a stare svegli più a lungo e a fare pisolini più lunghi ma meno frequenti.
Poiché il ritmo sonno-veglia del bambino nei primi mesi di vita è indipendente dall'esterno, la mamma, che solitamente è la figura che si prende più cura del bambino in questo periodo della sua vita, deve cercare di adattare i propri ritmi al bambino dormendo anche durante la giornata, mentre successivamente sarà il bambino ad adattarsi al mondo esterno. Per quest'ultimo motivo è importante fin dai primissimi mesi instaurare comportamenti e abitudini regolari che possano favorire il sonno notturno e promuovere la veglia diurna.
Da un punto di vista comportamentale possiamo distinguere 4 fasi nel ciclo sonno-veglia dei primi mesi:
- sonno agitato: è solitamente la prima fase di sonno dopo l'addormentamento; è assimilabile al sonno REM. Il bambino presenta movimenti rapidi degli occhi (ben visibili sotto le palpebre), presenta espressioni del viso innate tipo sorriso, pianto, paura e presenta anche dei piccoli movimenti delle mani e dei piedi, può presentare dei sussulti. Questi comportamenti sono espressione dell'apprendimento emotivo e della capacità comunicativa. Può svegliarsi ed essere risvegliato facilmente.
- sonno tranquillo: assimilabile al sonno NREM. Il bambino dorme tranquillo, sta fermo, respira in maniera regolare, può effettuare movimenti di suzione. È difficile risvegliarlo.
- veglia tranquilla: il bambino è sveglio, tiene gli occhi aperti, è attento e in pieno contatto con l'ambiente circostante, tende a girarsi verso una fonte di rumore e a seguire con lo sguardo. Sembra voler comunicare.
- veglia agitata: il bambino è sveglio, tiene gli occhi aperti ma è poco reattivo agli stimoli esterni, piegare le gambe e le braccia, piange ed è difficilmente consolabile.
Dopo i 6 mesi il bambino è in grado di effettuare un episodio di sonno notturno di durata maggiore a 6 ore accompagnato da 3 riposini durante la giornata, solitamente uno a metà mattina e due nel pomeriggio, per un totale di circa 12-14 ore di sono. Questo è un periodo particolare per il bambino, perché dopo i 6 mesi solitamente inizia la dentizione, che spesso causa fastidi e dolore che possono compromettere il sonno notturno, portando a difficoltà ad addormentarsi e numerosi risvegli con irrequietezza e richiesta di ciuccio, biberon o del seno.
Il sonno da 1 a 3 anni
Intorno ai 18 mesi il bambino ha un episodio di sonno notturno lungo e perde uno dei sonnellini diurni per un totale di circa 13 ore di sonno.
E' in questo periodo che inizia la paura della notte, perché inizia a percepire il sonno come uno sconosciuto che lo distacca dal mondo che conosce e dai suoi genitori. E' fondamentale in questo periodo stabilire abitudini regolari (orario in cui si mette a letto, orario dei pasti...) e una bedtime routine, che aiuti il bambino ad associare il sonno a tutta una serie di azioni ripetitive e tranquille (es. dopo cena lavare i dentini, mettere il pigiamino, andare a letto, raccontare una storiella, dormire) e quindi vivere l'addormentamento come un momento naturale e sereno. Il momento in cui si mette a letto il bambino deve essere rilassante, le luci devono essere soffuse e il bambino deve sentirsi tranquillo. Bisogna fare attenzione a che non sviluppi delle "dipendenze" da oggetti o situazioni particolari che poi causino difficoltà a dormire in loro assenza (es. giro in macchina per dormire...). E' fondamentale farlo addormentare nella camera dove poi trascorrerà tutta la notte in modo che durante eventuali risvegli notturni non si senta spaesato e disorientato.
Il sonno in età prescolare
Con la crescita il ciclo sonno-veglia del bambino tende ad assomigliare sempre più a quello dell'adulto e in età prescolare (3-5 anni) l'abitudine al riposo pomeridiano tende a ridursi fino a scomparire e il bambino che va alla scuola dell'infanzia tenderà ad avere un unico episodio di sonno notturno di lunga durata, talora accompagnato da un breve pisolino pomeridiano per un totale di circa 12 ore di sonno.
Il sonno in età scolare
L'epoca della vita in cui si dorme meglio in assoluto è l'età scolare (6-12 anni).
I bambini che frequentano la scuola primaria e la secondaria di primo grado hanno orari molto regolari legati alla frequenza scolastica e alle attività pomeridiane. Vanno a letto abbastanza presto e si svegliano sempre alla stessa ora, solitamente anche nel fine settimana, dormono circa 9-10 ore di fila e durante la giornata sono vigili e attenti, sembra che non si stanchino mai. I bambini della scuola primaria adorano dormire, sognano tanto e amano ricordare i loro sogni che generalmente sono fantasiosi ma con collegamenti alla realtà quotidiana.
In questo periodo il sonno si organizza a diventare il sonno dell'adulto.
Il sonno durante l'adolescenza
Con la pubertà e l'adolescenza fisiologicamente si riducono le ore di sonno necessarie (circa 8-9) e l'orario di addormentamento posticipa. Inoltre sempre più spesso si assiste al così detto "social jet-lag": per motivi sociali i ragazzi tendono ad andare a letto tardi e ad avere una cattiva igiene del sonno: guardano la TV fino a tardi (e spesso la TV si trova in camera da letto), stanno sui social e messaggiano fino a tarda notte, utilizzano i dispositivi elettronici a letto, smettono di leggere libri prima di dormire. Questi comportamenti sono causa di insonnia da scarsa igiene del sonno, riduzione del tempo di sonno notturno e di accumulo di debito di sonno, con conseguenti sonnolenza e stanchezza diurna, riduzione della concentrazione e dell'attenzione, ripristino del riposo pomeridiano, riduzione del tempo pomeridiano per fare i compiti e quindi ricorso a sostanze attivanti (a base di caffeina e altri psicotropi) per cercare di compensare le difficoltà. A lungo andare si verifica una riduzione del rendimento scolastico e difficoltà nelle attività sportive fino all'abbandono scolastico e dello sport, che possono portare a frustrazione, riduzione dell'autostima, fino a sviluppare di disturbi dell'umore e in casi estremi ad abuso di sostanze.
Pertanto, proprio durante la pubertà-adolescenza è fondamentale seguire le regole di igiene del sonno in modo da evitare l'instaurarsi di comportamenti che possono portare allo sviluppo di insonnia cronica e alle conseguenze sulle attività e le performances diurne che possono ripercuotersi sul futuroo
Spetta a noi genitori aiutare i nostri figli ad avere un buon sonno notturno e stare attenti a cogliere ogni eventuale segno di sonno insufficiente o disturbato in modo da porre rimedio quanto prima
Vi consiglio di consultare il sito del prof Bruni, neuropsichiatra infantile che si occupa di medicina del sonno, nel quale potrete trovare numerose risposte ai più frequenti quesiti sul sonno nel bambino:
https://www.sleepchild.com/index_it.htm